sabato 6 gennaio 2018

Black Mirror Stagione 2: 4 appuntamenti folli



Non è passato molto tempo da quando avevi buttato giù un paio di parole sulla prima stagione di Black Mirror e sei tornato a specchiarti di nero. La seconda stagione consta di 4 episodi di durata intorno ai 45 minuti con eccezione dell'ultimo un po' più lungo, sull'ora ed un quarto. 

Se il tema di fondo di fondo risulta essere sempre lo stesso - potenzialità ma soprattutto problemi derivanti dall'uso della tecnologia informatica - , quello che ti sorprende - e la ragione per la quale scrivi ora - è la geniale capacità degli autori di calare il tutto in contesti sempre diversi, con storie sempre nuove e sufficientemente originali e personaggi sempre alquanto grotteschi. 

Pronti? Disattivate i blocchi. 


La tecnologia come fonte di soluzioni...

Si spazia a 360° in quello che Internet odierno può offrire - con forte accento sui Social Network per la condivisione di informazioni o come mezzo di affermazione - immaginandone estremizzazioni fino a idee magari cui siamo già introdotti ma con sviluppi completamente nuovi. 

Nel primo episodio la moglie incinta e depressa per la morte del marito - che a sua volta era un fruitore piuttosto assiduo di varie piattaforme social - trova rifugio in una applicazione che ne mima in maniera piuttosto fedele i comportamenti traendo informazioni progressive da tutta la rete. Al primo stadio ci si può chattare e persino telefonare sentendo la voce del proprio caro. Consentendo poi l'accesso a file e cartelle private - come ad esempio quelle di posta elettronica - diviene possibile aumentare ulteriormente la verosimiglianza. Al secondo stadio mediante una procedura sperimentale - basta giusto ordinare un sacchetto di una strana sostanza gelatinosa al gusto di marshmellow, commestibile peraltro e non tossica - si può addirittura ricreare la persona in...gomma e...gomma; un doppione a tutti gli effetti tranne che non respira, non ha bisogno di dormire nè di mangiare, è morbido e liscio al tatto con tutte le rughe e persino i pori in 2D e con la facoltà di "accendersi" e "spegnersi" a comando dal punto di vista sessuale. Unica apparente controindicazione: non può allontanarsi più di 25 metri dal luogo di attivazione se chi l'ha attivato non è con lui; poca roba in cambio di una ricomposta felicità matrimoniale. 

Nel quarto episodio si assiste addirittura ad una combriccola di persone che mettono assieme le proprie esperienze per aiutarsi a vicenda nel rimorchiare ragazze; uno ci mette la parte fisica, tutti gli altri sono connessi in real time e prodighi di consigli e commenti tramite un "cookie", una sorta di chip dotato di telecamera e microfono. Il gioco prevede la presenza di un Leader che, mentre l'approccio avviene, raccoglie informazioni sulla persona al fine di facilitare il rimorchio. Si va però ben oltre: in forza di questo chip un'azienda è riuscita infatti a creare un duplicato del cervello della persona e a stivarlo in un piccolo ovetto bianco - definito "cookie", come l'omonimo piccolo file che viene scaricato sui nostri computer alla visita di siti internet - in maniera da fargli attendere alle incombenze principale della vita quotidiana: comandare il tostapane, ordinare la cena, organizzare l'agenda e quant'altro. La persona che paga può cosi usufruire di una specie di replica - schiavetto - che viene convinta ad assumere questo ruolo anche con le cattive ossia accellerando il tempo dentro l'ovetto in maniera da provocarne l'obbedienza al fine di non impazzire - che peraltro, in caso di fallimento dell'esperimento, viene utilizzata come personaggio non giocante di AI nei videogiochi. Se questo sembra a dir poco brutale, quello stesso chip consente anche alla persone di "bannarne" altre dal vero: il bannato infatti non può vedere chi lo ha bannato - vede solo una sagoma -, sentirlo, contattarlo, scrivergli e nemmeno più visualizzarlo nelle foto reali; se il bannante vuole può addirittura rendere il ban legale comportando vera e propria ordinanza restrittiva; infine, il ban legale viene esteso anche ai figli ma termina in automatico con la morte del bannante. Il tutto mediante un semplice dispositivo simile ad un I-pod. 

Il terzo episodio appare il "meno irreale" nella sua irrealtà. Si parla di un candidato virtuale - l'orsacchiotto turchese Waldo - che riesce persino a candidarsi come parlamentare per la sua contea inglese, competendo contro avversari molto più tradizionalmente in carne ed ossa. 

Il secondo episodio, infine, introduce uno strano chip applicato su una povera donna per 30 minuti che le fa perdere la memoria continuamente solo per farle rivivere ancora ed ancora una stessa situazione al fine di intrattenere degli spettatori paganti e a loro volta partecipanti all'insano gioco. Una sorta di Truman Show ripetuto in cui la principale protagonista non sa di esserlo, anzi vi viene costretta. 



...ma soprattutto di problemi

Tuttavia il messaggio che emerge chiaro è che l'evoluzione tecnologica rende la vita di alcuni più divertente o agevole ma calpesta quella di altri. 

Cosi la ricostruzione del matrimonio felice dell'episodio 1 viene ben presto vanificata. Al di là della somiglianza pressochè perfetta col marito, la moglie realizza di aver a che fare con una "bambola", priva di personalità e di trasporto emotivo. Gli stessi piccolissimi gesti cosi sottovalutati, come il sentire il respiro del consorte, diventano una mancanza insostenibile; la felicità ritrovata è solo illusoria. Ma il doppione ormai c'è: la donna sceglie cosi di mantenerlo segregato in soffitta; non hai capito come abbia invece fatto a spiegare la situazione alla piccola figlia. 

Nel quarto episodio l'utilità del "cookie" si vede nell'uso poliziesco - consente infatti di strappare confessione al cookie dell'uomo che invece non vuole farlo - ma, al pari del sistema della giustizia vera e propria, può prendere cantonate severe come quella dell'episodio e condannare sostanzialmente una persona "reale" non completamente colpevole e una virtuale ad una accellerazione di ben 1000 anni in un minuto facendola impazzire. La denuncia al cinismo del sistema della giustizia viene continuata anche in relazione alla situazione dell'esperto di questo cookie che collabora con la polizia: viene lasciato libero nonostante il suo gioco perverso ad acchiappo abbia causato la morte di uno del suo gruppo ma viene bannato da tutti. Si può facilmente capire che, non avendo la possibilità di comunicare con anima viva, la sua vita non sia molto diversa da quella del carcerato che ha contribuito a incriminare. 

Nel terzo episodio la crisi di coscienza dell'attore che interpreta Waldo è sostanzialmente la fine della sua vita. Non riesce infatti a riallacciare i rapporti con la candidata concorrente con cui aveva intrallazzato - corrisposto peraltro - e finisce sotto i ponti come un barbone dovendo persino vedere la tegola di quello stesso pupazzo - ora animato dal proprietario dei diritti sull'immagine - comparire in tutti i maxi schermi in continuazione, segno di successo. Cinica dimostrazione di come chi si determina al bene degli altri finisce spesso per dover pagare in prima persona. 

L'episodio 2 termina con la povera donna costretta a ripetere quel ciclo del gioco in continuazione. Del resto era una rapitrice di bambina assieme al suo fidanzato - che si è suicidato per non saldare i suoi conti con la giustizia - e lei sta pagando - anche se davvero oltre ogni limite - per entrambi. 


Conclusioni

Vuoi giusto aggiungere che, a differenza di quanto accade nella prima stagione, qui i temi sono - se possibile - addirittura più cupi e talvolta non si disdegnano scene cruente di uccisioni - Ep. 2 - e torture - Ep. 2 ed Ep. 4 -. 

Quanto alla sceneggiatura, sei rimasto sorpreso da quella dell'episodio 2 - con ben due colpi di scena non prevedibili nell'ultimo quarto d'ora - e dell'episodio 4 - con sapiente utilizzo di flashback sulla vita dei personaggi di cui non si sa nulla in principio per poi arrivare alla vera vicenda del film solo negli ultimi venti minuti -. 

Raccomandato? Ovviamente si. Il chip da inserire sta qui

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