sabato 25 novembre 2017

The Butterfly Effect: una diversa maniera di intendere i salti temporali




The Butterfly Effect è un film di fantascienza del 2004 diretto da Eric Bress e J. Mackye Gruber che mostra le vicende di tal Evan, ragazzo dotato di un potere particolare che gli permette di saltare ad episodi del suo passato in maniera da poter modificarne gli eventi e cambiare cosi il suo – e non solo – futuro. 

Per chi mastica di fisica il titolo del film dovrebbe essere piuttosto esplicativo: l’Effetto Farfalla è quello che, in soldoni, dice che la minima ed impercettibile variazione in un certo momento dello spazio tempo può causare, attraverso una serie di reazioni di causa effetto, delle variazioni ben più sensibili in un'altra parte dello spazio tempo. Sarà familiare la classica frase secondo cui “il battito di ali di una farfalla a New York può causare un terremoto nelle Filippine”. 

Il film in questione – che ha avuto due seguiti che molto probabilmente guarderai quando avrai tempo: The Butterfly Effect 2 del 2006 e The Butterfly Effect 3: Revelations del 2009 – ti ha decisamente lasciato una buonissima impressione: ben realizzato tecnicamente, bene gli attori, interessante la trama e sceneggiatura comunque confacente. Ma…

…quando hai provato ad analizzare il plot in profondità hai scoperto qualche falla e il tanto famigerato Effetto Farfalla si è in realtà dimostrato molto più contenuto di quanto il termine stesso dica. 

Ma andiamo per ordine e puoi garantire che non modificherai quando già scritto. 


Il potere del protagonista e l’effetto farfalla 

A differenza di altri film o di altre opere – come ad esempio Dragon Ball – il viaggio nel passato in questo caso non prevede uno spostamento fisico del protagonista bensì il suo inserimento “mentale” nel suo alter ego del passato provocandone delle perdite di coscienza il cui effetto più rilevante sono dei vuoti di memoria. 

Il potere viene ereditato dal padre il quale, proprio per questa ragione, finisce in un manicomio. Hai potuto scoprire nei contenuti aggiuntivi che si tramanda solo ai figli maschi e che la madre aveva avuto due aborti di figli maschi già in precedenza; sempre in tali contenuti si viene a sapere che il film ha in realtà ben altri 4 finali di cui uno, quello originale, prevede che Evan ritorni fino all’utero materno e si strozzi volontariamente con il cordone ombelicale. Esattamente quello che avrebbero fatto anche i fratelli di cui ad aborti sopra, il che giustifica l’affermazione della madre che dice che Evan “E’ il terzo” ad aver vissuto un’avventura come quella del film.

Va da sé che il salto nel passato e conseguente impossessamento del proprio alter ego cui vengono fatte compiere azioni diverse da quelle effettivamente accadute comporta mutamenti nel presente cui Evan torna di volta in volta; ogni ritorno al presente viene accompagnato da un flash che mostra come eventi accaduti si cancellino ed altri invece si implementino nella sua memoria. 

Dal punto di vista biologico, infatti, ogni salto comporta ulteriori emorragie nella parete frontale che corrispondono a questi shock di adattamento della memoria. Le memorie dei presenti creati in virtù dei precedenti viaggi però non si cancellano, andando a colmare il suo cervello – sarà il medico a rilevare infatti che il suo spazio si sta esaurendo e che contiene le memorie di almeno 40 anni nonostante il protagonista sia ben più giovane - ; dall’altro lato, proprio questa conservazione permette di consolidare la propria coscienza ed è motivo per ulteriori salti svolti al fine di cambiare il presente in maniera da trovare quello più felice – o meno doloroso – per tutti. 

Il viaggio nel passato viene reso possibile da un trigger che in questo caso è un oggetto che stimoli il ricordo: nel corso della pellicola si vedono funzionare diari – che viene raccomandato di compilare proprio al fine di “guarire” il suo problema di vuoti di memoria - , filmini o fotografie. Un po’ lo stesso concetto, in senso lato, utilizzato in questa cosa qui per un fine leggermente diverso. 

…e i suoi effetti sulla trama del film

Riuscire a ricostruire i diversi salti temporali del film, a a differenza di quanto accade ad esempio qui, non è in realtà particolarmente difficile: basta munirsi di carta e penna e seguire fedelmente la cronologia come mostrata nel film. Questo sia perché i momenti di arrivo dei vari salti sono pochi, sia perché il ritorno avviene sempre nel medesimo punto, sia pure con una situazione cambiata. Per i curiosi comunque lo schema è questo sotto. 



Si vedono in sostanza almeno 6 diverse realtà alternative e 8 punti di salto. La curiosità è più che altro capire perché i punti di salto siano sempre gli stessi e non altri; secondo alcuni sarebbero gli unici cui il protagonista può accedere in quanto “buchi” lasciati nella memoria del suo alter ego passato che va a possedere; secondo altri invece Evan potrebbe saltare in qualunque punto della sua vita passata e la limitazione sarebbe dovuta al limitato numero di oggetti triggeranti oppure a sua consapevole scelta dei soli fatti che hanno determinato la svolta, non opportuna, degli eventi. La seconda ipotesi appare migliore: altrimenti sarebbe complicato giustificare l’ultimo salto temporale che si vede nel film.

Ci sono poi ci sono alcune potenziali falle nella costruzione. 

Nel salto n. 3 Evan torna nel passato per procurarsi le ferite alle mani che possano convincere l’amico carcerato Carlos della sua peculiarità in maniera che quest’ultimo lo aiuti. Essendo che quel gesto deve aver modificato il presente, Evan dovrebbe aver quelle cicatrici già dal momento in cui entra in prigione e pare piuttosto complicato che non fossero mai stati notate dal coinquilino di cella. 

Altro punto controverso o comunque suscettibile di discussione sta nel penultimo salto nel presente. In quel caso il dottore che lo ha in cura gli dice che i diari non sono mai esistiti e che sono frutto della sua mente per trovare una facile “scusante” per aver causato la morte di Kylee a seguito dell’esplosione nello scantinato del padre. Tuttavia tale “cura” gli viene consigliata prima di quell’evento – non si sa quanto prima, dato che il film non definisce il tempo passato tra i due eventi – quindi qualche pagina dovrebbe perlomeno esistere. La spiegazione potrebbe consistere nel fatto che, dato l’esiguo numero di pagine scritte, il dottore non ne sia nemmeno a conoscenza: infatti per il salto successivo salto utilizza dei filmati. 

Appare poi un po’ forzato – ed è questo forse il motivo per cui la versione giunta al grande pubblico non lo prevede oltre chiaramente al suo forte impatto – il finale del Directors’s Cut che prevede che Evan possa tornare indietro fino addirittura al momento in cui si trovava nella pancia della madre. I suoi salti presuppongono infatti che egli abbia ricordi del momento in cui salta che vengono triggerati dall’oggetto. Ok che può aver trovato nell’ospedale un video di quando ancora era nel grembo materno ma davvero di quel momento conserva una qualche memoria? 

La stessa definizione dell'Effetto Farfalla implica modifiche di rilievo causate da piccoli particolari. Di nuovo il salto n. 3 vede come unico cambiamento visibile allo spettatore la presenza delle cicatrici nelle mani, per il resto la scena riprende in maniera totalmente identica da dove si era esaurita prima del salto. Un po' poco come cambiamento se lo si voglia associare all'Effetto Farfalla anche se decisamente possibile. 

In linea più generale, i vari salti provocano dei cambiamenti nel futuro. Ma in numerosi casi le pagine dei diari rimangono identiche a se stesse. Di nuovo possibile ma pochissimo probabile. 

Oltre l’aspetto fantascientifico

Indubbio che gli aspetti che maggiormente colpiscono alla prima visione siano i vari salti temporali, la progressiva scoperta del potere del protagonista e la curiosità per la visione del presente che di volta in volta si viene a creare.



Non va però dimenticato che la ragione stessa di questi vari salti è votata alla vicenda umana del protagonista che tenta in maniera progressivamente più consapevole di realizzare il presente più felice per tutte le persone a lui care. Se dapprima il suo scopo è trovare la maniera di vivere felice con la sua bella senza che questo comporti alcun danno alle altre persone vicine, poi alla fine deve arrendersi al fatto che l’unica maniera sia quella di troncare i rapporti con Kylee sin da principio. L’idea alla base del film, oltre il tema fantascientifico, non è in realtà molto diversa da quella di ogni supereroe che si sacrifica per il bene altrui e compie la sua vicenda senza ottenere in questo alcun aiuto dall’esterno – l’unico a capire il suo potere è infatti il padre che è però risoluto a ucciderlo proprio per farlo estinguere -. 

Se ne possono, insomma, trarre due insegnamenti: rendere tutti felici richiede sacrificio per qualcuno e il destino è in una certa qual misura immutabile in quanto i continui tentativi di Evan vengono puntualmente vanificati dalla sorte beffarda. 

Conclusioni

Un film decisamente godibile che parte da un’idea piuttosto originale e la sviluppa in maniera abbastanza – ma non totalmente – coerente e confortato comunque da una buonissima realizzazione tecnica e da degli attori che svolgono molto bene il loro compito. Per chi voglia sperimentare l’effetto farfalla il salto da effettuare è qui

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